Il tango La Bruja. Storia dell’amore tossico

La bruja Juan D'arienzo

La Bruja...

Que ayer fuera reina de todo mi ser

Il tango La Bruja (la strega) è uno dei tanghi più ballati e proposti dell'orchestra di Juan D’Arienzo nella versione con cantor Alberto Echagüe . Già dalle prime note di questo arrangiamento si riconosce l’inconfondibile compas del maestro, quello che ha rivoluzionato il tango alla metà degli anni 30.
La musica del tango La Bruja fu creata da Juan Polito nel periodo in cui era pianista dell’orchestra di D’Arienzo avendo sostituito “manos brujas” Rodolfo Biagi. I testi invece sono di Francisco Gorrindo famoso anche per aver dato parola a due tanghi come “Paciencia” e “Mala suerte”

Versioni

La prima versione incisa del tango La Bruja è proprio quella di D’Arienzo con Echagüe del 1938.
Angel Vargas invece registrò due versioni : una come solista nel 1939. con accompagnamento di chitarra, per la Víctor; un'altra nel 1955 con il Trio Scarpino, Trio creato nel 1954 da Alejandro Scarpino per accompagnare Angel Vargas e formato da Alejandro Scarpino (bandoneón), Casiano Suarez and Norberto Suarez (chitarre).
Tra le altre versioni una del suo stesso creatore Juan Polito del 1953 con cantor Raúl Figueroa.
Nel 1959 D’arienzo incise con la voce di Mario Bustos una nuova versione, più orchestrale e tipica del periodo, comunque imparagonabile alla prima versione.

Testo

La Bruja definita nel testo, è una donna cattiva che ha stregato il cuore di un uomo tenendolo soggiogato e dominato con i suoi capricci e rendendolo schiavo dei suoi desideri. L’uomo ha deciso finalmente di lasciare la donna “strega” e interrompere questa relazione tossica. A lui non importa delle sue risate o dei suoi pianti ma finalmente ha preso il coraggio di non ascoltare il suo cuore e vederla per quello che è.  Ora separarsi da lei significa redimersi dalla sofferenza, dal male che ha subito e i momenti bui che la sua memoria ricorda diventano solo un buco nel passato. Non essere più posseduto da questa donna gli permette di fuggire da uno scenario scuro e pieno di orrore e sognare invece una pienezza emotiva e spirituale per una futura storia d’amore.

Ahogando este grito que sube del pecho,
y llega a los labios cargao de rencor,
yo vuelvo a tu lado, atadas las manos,
pero pa' decirte que todo acabó,
Que ya no me importa tu risa o tu llanto,
que a fuerza 'e coraje vencí al corazón,
y que hoy como nunca mirándote cerca,
te veo realmente, así como sos.

La Bruja,
que ayer fuera reina de todo mi ser,
hoy, roto el encanto, no es más que mujer.
La Bruja,
montón de caprichos que me esclavizó,
hoy es un paisaje, cubierto de horror.

Me vuelvo a la vida sencilla y honrada,
me vuelvo a un cariño que es noble y leal,
y puede que un día, curada mi alma,
a fuerza de hombría levante un hogar.

Entonces, acaso, me habré redimido,
y vos, para entonces, quién sabe si sos,
un cacho de invierno cargado de males,
un resto de vida, un poco de tos.

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